Sono Ettore e Jorge, due ex coinquilini di 26 e 27 anni i produttori di Vermò, nuovo Vermouth tutto italiano. Si sono conosciuti in Spagna, dove Ettore Velluto era andato per un Master. Li abbiamo incontrati in Enoteca e ci hanno raccontato come è nato Vermò.
Tempo di lettura: un bicchiere di vermouth con ghiaccio e twist di limone
Perché avete scelto proprio il vermouth per la vostra produzione?
“In Spagna il vermouth è di gran moda. Si beve molto, soprattutto in città come Madrid e Barcellona, multiculturali. E ci si pasteggia, per via delle tapas.” D’altro canto il vermuttino una volta era l’aperitivo per eccellenza.
Perché in Italia il vermouth non trova lo stesso impiego?
“Non lo so” – bisbiglia Ettore, e poi aggiunge: “Il vermouth spagnolo è molto diverso da quello italiano. Il primo è molto più dolce e meno complesso, il che lo rende più facile da bere da solo, mentre quello nostrano privilegia i toni amari. La complessità degli amari è perfetta per la miscelazione.”
Il vostro però è un vermouth italiano. Perché questa scelta?
“Volevamo un vermouth di Torino, come quello degli inizi, come vuole la tradizione. Inizialmente avremmo voluto fare una distilleria ma l’impresa era troppo complessa e abbiamo preferito appoggiarci a dei produttori con esperienza.” Vermò viene prodotto vicino Canelli, da La Canellese, ditta storica di tutto rispetto.
Come avete scelto i vostri ingredienti?
“Siamo arrivati dal produttore quando avevamo già gran parte della ricetta pronta e ben studiata, poi Lucia e Alfredo, con le nostre indicazioni ci hanno proposto dei campioni e alla fine è venuto fuori Vermò. Volevamo avere un vermouth fresco e facile da bere ma che fosse allo stesso tempo raffinato e con un gusto intrigante” – Alfredo è quello che in una fabbrica di profumi verrebbe chiamato naso; è il mastro profumiere della distilleria La Canellese.
Quante spezie ha Vermò?
“Più di 30. Tra queste ci sono il pepe bianco, l’aloe, lo zenzero, l’artemisia, ovviamente piemontese, e la galanga.” Se vi state chiedendo cosa sia la galanga è una radice dal sapore pungente, simile allo zenzero per forma e sapore e quella di Vermò viene dalla Cina.
Le caratteristiche principali del vostro prodotto? Perché la scelta del 17% di gradazione alcolica?
“È stata una scelta gustativa e non tecnica: era il campione che ci è piaciuto di più. Inoltre i barman assicurano che questa gradazione alcolica più alta, rispetto agli altri, aiuta in miscelazione. Abbiamo tenuto al minimo la percentuale del contenuto zuccherino e abbiamo scelto un color ambrato naturale.” – Il vermouth è prodotto con uva a bacca bianca, Ettore e Jorge lo producono con Trebbiano e Chardonnay, e il colore ambrato viene dal caramello, la scelta più naturale. “Volevamo un prodotto che potesse piacere a tutti, da bere anche da solo e non solo in miscelazione. Di fatti, in assaggio, lo abbiamo fatto provare ai sommelier più che ai barman, ed anche a semplici appassionati.” Aggiunge Jorge, occhiali spessi dal bordo nero, bell’accento spagnolo, un po’ di barba, un piccolo neo sotto l’occhio destro che si fa ricordare e capelli scuri leggermente mossi.
La scelta del nome?
“Abbiamo ripreso il mo romano, nel senso di ora, è il nostro omaggio all’attimo da godersi. Inoltre in Spagna l’ora dell’aperitivo si chiama la hora del vermùt o semplicemente la hora, l’ora.”
Quante bottiglie avete prodotto?
“Abbiamo iniziato a settembre 2017 con 1600 bottiglie, tutte numerate. Distribuiamo in Italia, Spagna e ora Francia e stiamo avviando la seconda produzione. Insomma, ce la possiamo fa’!” Esclama Jorge con il suo piacevolissimo accento spagnolo e un po’ di timore che trapela dal tono della voce tremante ma pieno di soddisfazione.
GC Comunicazione