Enoteca Roma. Era il 1922 quando Umberto Del Frate tirò su per la prima volta le serrande dell’enoteca di Via degli Scipioni. In Italia il PNF preparava la Marcia su Roma; si indagava sul mormorato volo dell’Arcangelo per il presunto “colpo di tirabouchon” e la crisi, iniziata già con la Grande Guerra, continuava a farsi sentire in tutto il paese.
Gli anni ’30
A dire il vero, a quei tempi il termine “enoteca” non si utilizzava e il negozio di via degli Scipioni recava in alto la scritta “Vini e Oli”. Il vino si consumava a pranzo e a cena, perché per mangiare gli uomini tornavano a casa, e si comprava sfuso, giorno per giorno. Stessa cosa valeva per l’olio: se ne poteva comprare un fusto (ce ne erano di varie misure) o un solo decilitro.
Con l’inizio della guerra il negozio rimase chiuso, per aprire solo in determinati momenti, in cui, per qualche ora, si poteva comprare con la tessera.
Gli anni ’50
Tra l’odore inebriante delle bottiglie aperte e con il naso avvezzo al pungente dell’olio era cresciuto Giorgio, figlio di Umberto, che si affiancava al lavoro del padre. Giorgio era nato in via degli Scipioni, come la sua enoteca roma na. Si beveva al bicchiere, Marsala e Vermouth inclusi. Le prime bottiglie furono quelle di spumante, con il vuoto a rendere, e i fiaschi.
A metà degli anni ’50 Umberto decise di ritirarsi in campagna ad occuparsi della vigna e lasciò tutto il lavoro nelle mani di Giorgio, che nel 1954 aveva sposato Elda. L’enoteca aveva ancora una sola porta. Era in legno marsala ed erano arrivati i brandy, il whiskey, gli sciroppi e i liquori. Di questi ultimi la domanda cresceva esponenzialmente. Giorgio si dedicò alla ricerca di un vasto assortimento delle migliori etichette nazionali ed estere rendendo l’azienda di famiglia una vera e propria enoteca.
Restava intenso il rapporto con il quartiere, anche perché Giorgio era nato lì di fronte. Prati era un quartiere molto popolato, abitato da operai in affitto e da famiglie numerose, con cinque o sei figli. Una famiglia normale beveva due litri di vino a cena e due a pranzo.
Gli anni ’60
Alla fine degli anni ’60, con il boom economico e la conseguente crescita della domanda interna. Arrivarono i primi Natali importanti e l’enoteca passò dall’essere un locale di quartiere ad un riferimento per tutta la città.
Gli anni ’90
Gli anni ’60 avevano portato anche Fabio, nato da Elda, al civico accanto alla bottega. Era cresciuto in quei 30 metri di marciapiede, tra la clinica dove era nato e l’enoteca. Fu lui, nel 1994, a dare al locale lo stesso aspetto che ha mantenuto fino ad ora.
Enoteca Roma: dal 2000 ad oggi
Nel 2000 nasce il Wine Bar, come estensione e appendice dell’antica enoteca, un luogo intimo e accogliente, dove poter bere al bicchiere tutte le migliori etichette in vendita e mangiare ogni giorno in modo diverso, seguendo il ritmo delle stagioni, tra bottiglie di pregio e inestimabile valore.
Oggi all’Enoteca Roma na lavorano la nonna Elda, Fabio con la moglie Dina e il figlio Enrico, il più giovane della famiglia.